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Carla Marescalchi (1926-2021)

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Raffaelli Editore: Dall'io al sé - Trasmutare il piombo in oro - Sguardi - Conforto di Stelle - 

La Poesia e la Pittura di Carla Marescalchi

1945 (I)

Cessato il lungo massacro

sono esclusa

dal festino di pace.

In esilio dai vivi

soffro tra altri corpi

consunti dai patimenti di guerra.

Intorno alle mura del sanatorio

fragore di canti

di balli sfrenati

crepitio di mortaretti.

Non un ricordo

dei caduti,

non un sorriso

ai malati.

Imperversa

il baccanale

di pace.

1945 (II)

Raffiche di male

hanno lacerato

la terra.

Il silenzio dei morti

urla ancora.

Non odo il sabba

della pace

che infuria intorno.

1945 (III)

Il rogo immane

si è spento

in una palude d’oblio.

Mentre la terra martoriata

fuma ancora di sangue fraterno,

si sfrena l’orgia

di una pace pagana.

Tutto si dà

tutto si prende

per trenta denari.

Sulle deserte

distese di ossa

il vento pietoso

posa un tenero canto

d’arpa celeste.

TABULA RASA

Ho cancellato

ogni ricordo

ogni speranza

ogni dolore.

Non resta

che il nero

groviglio

del Nulla.

AMARITUDINE I

Oltre

ogni male

del mondo

è amaro

il mio cuore.

ACUTO RIMPIANTO

Acuto rimpianto

di ciò che non è stato

è il mio ricordo.

AMARITUDINE II

Goccia dopo goccia

bevo

l’amara vita.

Non una Voce

conforta

lo stillicidio

inumano.

RECITA QUOTIDIANA

Da sempre

impietrita dentro

recito

una presenza qualunque

sulla scena illusoria

della vita.

SENZA BANDIERA

Zattera senza bandiera

rotti gli ormeggi

vago dispersa

nell’imminente tempesta.

Svuotato dentro

attendo l’impatto

col nulla.

VIATICO AMARO

Tra barbagli

d’illusioni fugaci

il solo viatico

che scorta

giorno dopo giorno

il cammino dell’uomo

è il dolore.

LIBERTA’

Millenni di pianto

ti invocano

ignari

che sulla terra

solo il dolore

è libero.

CONDIVISIONE DI PENA

Ci affratella

compagni di pena,

il peso segreto

dei sogni perduti.

QUANDO, COME

Da secoli

sono scomparsa

dalla terra

senza una pietra

che mi rammenti

qundo, come

son morta.

GOLGOTA PROFANO

Golgota profano

è il mio cuore:

patisco invano

l’angoscia

di ogni nato

recluso

tra mura di dolore

senza luce

d’Amore.

ALL’UOMO D’OGGI

Avanza, avanza

sotto il peso

dei morti ideali,

eroe senza gloria

del Nulla.

IL CIRCO DELLA VITA

La vita è affanno

cammino tremante

di funambolo senza reta

in attesa del tonfo sordo

sul fondo

nel silenzio oscuro

del circo deserto.

ABULIA

A un passo

dalla Vita

mi lascio

sommergere

nel nulla.

FUGIT IRREPARABILE TEMPUS

In silenzio rivivo

la fuga ossessiva

del tempo.

Ora dopo ora

dal campanile vetusto

odo i rintocchi lenti

dei tre interminabili quarti.

Tre quarti di vita

ho perduto,

un quarto ho rimpianto.

Attendo

l’ultimo rintocco

della mia non vita.

FANFARA

Passa

la fanfara

della vita-

Rinchiusa

nella mia pena

cieca

non odo

la note solari

né so vibrare

coi vivi.

INERZIA

Chiarore di Luce

attendo nel buio

dell’anima.

fiumana d’Amore

attendo

nel cuore arido

di sempre.

e l’attesa inerte

è colpa.

ANGOSCIA

Di tutte le ore

d’angoscia

conservo

nel asngue

l’amaro.

Di tanto dolore vano

non vedo

ma invoco

la fine.

MADRE (I)

Madre

sei un massacro

d’Amore.

MADRE (II)

Guarda, madre:

quella pianta

fradicia di cure

reclina le foglie

sullo stelo stanco.

anch’io

ti sono morta in mano

così.

MADRE (III)

Tronco dolente

imprechi

con rauco furore

alla vita.

MADRE (IV)

Non voglio sapere

perchè ti ferisco

giorno dopo giorno

senza pietà.

Solo mi è chiaro

che il peso

del rimorso vano

mi graverà sul fondo

per sempre.

MADRE (V)

Dalla pace di Dio

discendi ancora un poco

accanto a me.

Assapora con me

il pane della terra,

il tepore del sole,

il canto delle campane,

tutto l’amore

che non ti ho dato.

NATALE

Nitidi splendori

di stelle

incrinano

il gelo compatto

della notte umana.

IN CAMMINO

Bagliori remoti

di luci eterne

leniscono la notte

del dolore umano.

IL FIUME DELLA VITA

Seduta sulla riva

vedo fluire solenne

il fiume della vita

verso la Foce eterna,

restia a calarmi.

FIORE NEL DESERTO

E’ immane fatica sperare,

andiamo alla ventura

nomadi

soli;

ogni male è atteso.

Un germe fortuito

di bene

sarà miracolo

di fiore

nel deserto.

ATTESA DEL RISVEGLIO

Sono sbiaditi

i colori delle cose

spenti

gli afetti del cuore.

Dall’agonia dell’io

non è ancora nato

il Sè profondo

che preme da sempre.

Interminato

è il travaglio,

ansiosa attesa.

quando sentirò

le trombe

del risveglio?

RIALZARSI

Dal limbo dell’inerzia

ritorno nel dolore

del vivere.

Cadrò ogni giorno

e ricadrò esausta

sino alla soglia

della vera Vita.

RESPIRO COSMICO

Respiro cosmico

di galassie

attira l’animo oppresso

dall’ansimare affannoso

della terra.

CONFORTO DI STELLE (II)

Richiamo arcano

di stelle

conforta d’infinito

lo spasimo

quotidiano.

OASI SEGRETA

Lunga sete di Dio

non ancora placata

nella sorgente perenne

che dall’infanzia

sento fluire

sotto il deserto.

LUCI ETERNE

Splendori

di galassie remote

contemplo

nella notte

segreta

del cuore.

MISTICHE ALI

Immedicabile

male

è la vita

per chi non vola

con mistiche ali

negli spazi infiniti

vibranti d’Amore.

APOCALISSE SOGNATA

Nella notte estrema

tra sibili sinistri

costellazioni di fuoco

con orbite radenti

avvampano la terra,

cloaca d’antichi mali

da purificare

nell’empireo divino.

SILENZIO INTERIORE

L’oria delle cose

offende

il sacro silenzio

dell’anima.

L’UNO

Frantumato

sino allo spasimo

il mio Io

esausto

cerca

senza tregua

l’Uno.

ZODIACO

Estrema danza

di costellazioni sacre

veglia con amore

sul cieco sonno

dei viventi

ignari

del richiamo divino

che attende ognuno

dal profondo cielo.

ATTESA (II)

Nel lungo

silenzio notturno

attendo una voce

d’Altrove.

Ancora ottuso

è l’orecchio

ancora cieca

la mente.

L’alba mi coglie

sulla soglia inviolata

di Dio.

GUARIGIONE

Sentivo

come colpi ciechi

della sorte

le lunghe malatie

che hanno segnato

la mia vita.

Non ho ascoltato

l’accorato messaggio

dell’anima

soffocata

dal mio attaccamento

alla terra.

Per estinguere la colpa

non basta

il pentimento della mente

ormai grata

ai dolorosi richiami.

Con la forza del Cristo

devo trasmutare

ogni fibra

dell’anima e del corpo.

LIBERAZIONE

Prigioniera

del mio io

sono giunta

sino alla soglia

dell’autodistruzione.

Troppo radicata

nel pantano

per varcare la soglia

del Divino.

Infine è giunta

la Liberazione.

STUPORE E AMORE

Sfolgorio remoto

di Galassie

anima

il silenzio sacro

della notte.

Il cuore trema

di stupore

e di Amore.

AL TERMINE DELLA NOTTE

Senza rancore

forse con amore

scruto alle mie spalle

l’infinito dolore.

La buia distesa

a poco a poco

si anima

di fioche lanterne

che tracciano il cammino

verso la vetta di Luce

che da sempre

ci attende

dopo la notte dell’anima.

PROTEZIONE ANGELICA

Ad ogni risveglio

chiedo al Creatore

di essere protetta

dall’alito ambiguo

del Maligno

che ammorba la terra.

Schiere d’angeli di luce

mi difendano

dalle tenebre

sempre in agguato

per contrastare

il riscatto del Cristo.

LA VIA DEL PENTIMENTO

La via del pentimento

è faticosa:

l’io superbo

non riconosce

prigioniero delle sue colpe

né ricusa di ripeterle

con ostinazione

finché si trova dilaniato.

Dalle ceneri affrante

risorge il Sé liberato da Crito:

in spirali di Luce

si solleva alato

sino alla Patria

ritrovata.

SPERANZE ETERNE

Tsunami di dolore

hanno devastato

la mia terra.

Sulle rovine immani

rinascono

intrepidi germogli

di speranze eterne.

RESPIRO DIVINO (II)

Ho varcato

l’avamposto della ragione.

Non resta

che la barriera del nulla.

L’ultimo assalto d’angoscia

la squarcia.

Al cuore attonito

si apre il respiro divino

del Tutto.

GRAZIA (II)

Immersi

nella materia

non percepiamo ancora

le vibrazioni sottili

dell’energia divina

che avvolgono ognuno

in spirali di Grazia.

METAFORA

Con occhi più attenti

guardo il mare

sempre a me caro.

Non è soltanto

una distesa

di cielo liquido:

è un oceano grandioso

di energie divine.

Ogni goccia

è uguale all’altra:

in sé contiene il Tutto

ed è parte del Tutto.

E’ un’immagine sensibile

di Dio.

Tutto il creato

si rivela

metafora perenne.

RICHIAMO

La scena pagana

della terra

è ormai cenere,

il vivere

è una sequela di maschere

non più seducenti.

Nel silenzio totale delle cose

l’animo avverte

l’antico richiamo,

si scopre

atomo vivente

del Cosmo

nell’eterno presente

di Dio.

IL SE’ E L’EGO

Di ogni dolore patito

nel corpo infermo

nel cuore lacerato

nella mente abbacinata

ho rinvenuto

infine

la causa prima.

Il Sé eterno

combatte dal profondo

senza requie

l’io mortale

che ricusa di vivere

in simbiosi con l’Uno.

ALITO DI DIO

la Creazione è incessante

come l’alito di Dio:

sempre nuove galassie

dilatano i confini del Cosmo.

Aspiro a rientrare

in questo vortice immenso

seguendo la via del Cristo

che ha dischiuso col Suo sangue

nuovo varco alla Luce.

Egli ci ha ridonato

con la Croce

l’eredità dei cieli eterni.

VIVERE LA LUCE

L’Io attratto dalle cose

è preda del maligno

che lo ritiene segregato

dai fraterlli e dal Padre.

Dll’abisso dell’isolamento

a fatica

sono risalita cin la mente

sino al vortice

d’Amore

che alimenta il Cosmo.

Ora mi attende

il compito

di vivere la Luce

con la carne e col sangue.

RESPIRO CONSAPEVOLE

Espiro

le tossine oscure

liberandomi

dal groviglio dell’ego

e inspiro

l’energia luminosa

che alimenta il mio Sé

ed ogni cellula

con la Forza e l’Amore

del Padre.

Ogni respiro consapevole

è purficazione dall’umano

e comunione co Divino,

unica Fonte di Vita.

COMPIANTO

Compianto

per la marea

di dolore umano

non accettato

e non santificato.

Compianto

per e anime ferite

dall’insolenza del male

paitito in solitudine

senza condivisione col Cristo.

Compianto

per chi getta la vita

in cose bane

che lasciano il cuore

inaridito.

Compianto

per i complici del maligno

reclusi nella palude dell’odio,

restii ad aprirsi

all’Amore del Padre.

RIVELAZIONE

Nell’abisso dell’io

ho scavato

oltre ogni pena umana

sino a rinvenire

dietro l’ombra del Nulla

il mistero sacro del Tutto.

Dall’Uno fluisce il molteplice

dall’Eerno spira l’effimero del tempo

dall’Infinito discendono miriadi di finiti

dall’Essere alita ogni parvenza

dall’Amore è santificato ogni dolore

dall’Inizio matura ogni fine

sino al ritorno ciclico del Tutto

nella gloria dell’Uno.

L’APPRODO

Con l’animo ormai liberpo

dalle ambizioni dell’io

riconquisterò

il Paradiso perduto

rendendo sacro ogni giorno

e ogni istante

sin all’unione mistica

con l’Uno.

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