Raffaelli Editore: Dall'io al sé - Trasmutare il piombo in oro - Sguardi - Conforto di Stelle -
FRAMMENTI D’ETERNO
Arcana luce dorata
compone volti e luoghi
che vibrano immoti,
frammenti d’eterno
sperduti nell’oggi.
CUORE SPENTO
Un incendio di papaveri
palpita sul prato:
ardono gli occhi
non il cuore spento.
PERGOLATO
Verde luce
pacata
piove dal pergolato
sui volti assorti.
Nel magico silenzio
l’animo attinge
una dimensione ignota.
PRIMAVERA CITTADINA
Tra miasmi
d’asfalto rovente
arde invano
l’incenso
del biancospino fiorito.
PLENILUNIO D’ANGOSCIA
Tra nubi inquiete
basso sull’orizzonte
un plenilunio di sangue
angoscia la terra
avvolta da neri
vapori di colpa.
PLENILUNIO IN CITTA’
La folle prigione tace:
sul sopore
degli uomini stanchi
di lotte assurde e vane
passa lenta la luna
con la sua luce pacata.
CORTILE CITTADINO
Dal pertugio
tra muri addossati
un frammento
inatteso
d’azzurro
rischiara
l’opaca pena
d’ogni giorno.
GARBINO
Vento rovente
di terre lontane
fascia di passione
il cuore
sospeso nel nulla
di rimpianti vani.
Il sangue stanco
s’accende
di vita nuova.
TRAMONTO VIOLA
Traluce inatteso un velario
di magico viola remoto
creato dal tenue tramonto
intinto di nebbie azzurrine:
miraggio d’un mondo ignoto
sorpreso da sguardo profano
prima del quieto naufragio
nell’ombra della notte.
PARCO DI VILLA GHIGI
Nel solitario recesso
l’ombra quieta
riempie
di tenero verde
ilsilenzio.
La luce del sole
velata da nembi di foglie
non turba
l’animo assorto:
è il rifugio sperato.
Avanza cieco
un rombo convulso
di ferraglia;
travolge zolle e radici e ombra;
anche l’ultimo
pardiso
è perduto.
GIARDINO DI CITTA’
Ossessivo rimbombo
di motori impazziti,
sibili sinistri
di sirene
assediano
d’angoscia
il silenzio
ombroso
di cedri, di pini
e di lecci antichi,
rifugio di merli quieti,
di passeri fragili
e di anime
esuli
dalla lotta spietata
d’ogni giorno.
GIARDINO ANTICO
Nel mite
meriggio d’autunno
mi conforta
l’arpeggio modulato
del verde
nel giardino vetusto.
Un antico cedro
assopito
gode
il tepore dorato.
Lucide magnolie
ripensano
l’incenso estivo
dei fiori,
il verde ancora tenero
del glicine
allieta il cupo verde
degli alberi
e l’ombra
dell’edera.
Non un alito turba
l’armonia del silenzio
che protegge
amica
il sereno fluire di linfe
prima del sonno invernale.
DOPO IL TEMPORALE
Sulla lunga pianura
rotolano rapidi
dal sole incandescente
immani vortici
di fiamme di sanguigne
in lotta con nembi turchini
tra bagliori lontani:
Primordiale apocalisse che
scuote ilcuore inerte,
subito spento
dalle tenebre eguali
della notte
immemore.
CHIOCCIOLA
Minuscola vita,
protendi con grazia tenace
le antenne vibranti
al libero cielo.
Gentile
maestra di vita
a me, grossolano mollusco,
assuefatto a strisciare cieco
nel pantano di ogni giorno.
DISSESTO ECOLOGICO
La notte stellata
fascia d’infinito
conforto turchino
l’atomo morente
della Terra.
CEDRO DEL LIBANO
L’antico cedro
stremato dal gelo
cede
ramo dopo ramo
alla morte.
La tarda primavera
conforta
di sole e di voli
l’agonia silenziosa.
VITA NUOVA
Del lungo
travaglio
del passato
non resta
che una stachezza
mortale.
Un palpito
di tenero verde
m’illude
di vita
nuova.
FELICITA’
Felicità
è un attimo
di verde silenzioso
nel giardino antico.
Un pigolio sommesso
di passero assonato
si spegne
nel tiepido fogliame
odoroso di sole.
Lontano è l’inverno.
GELSOMINO D’INVERNO
Dall’alto muro
vicino al cielo
il gelsomino
d’ultimo inverno
piove stille
di giallo acceso
sul cuore stinto.
DISGELO
Pallore rosato
di sassifraga
annuncia
la fine dell’inverno
tra lo stillare sommesso
di nevi pigre
nel primo disgelo.
PRIMO VERDE
Verde tenero
di foglie nuove
fragile e caro
come animo
adolescente.
APRILE
Ondulante arabesco
di tenere foglie
vela di verde nascente
il fresco azzurro
del cielo
di primavera.
ALLA PRIMAVERA (GRIEG)
Candide nevi dell’infanzia
scintillanti al sole
sotto il libero cielo
vi rivedo
stillare trepida gioia
sulla terra ancora sopita
nell’aria vibrante
della melodia trionfale
del primo disgelo.
PRIMAVERA
Freschezza
di verde nuovo
allieta
il verde vissuto
d’abeti e di cedri.
tra il verde più biondo
si svela
all’aria leggera
il tenue viola
del glicine.
Guizzi
di passeri incredutli
gridano
la fine del gelo.
L’ULTIMA PRIMAVERA
Mille
primavere perdute
gravano
sul cuore
stanco.
Saprò vincere l’accidia
di sempre?
L’ultima
primavera
mi attende.
CICALA
Vorrei essere cicala
accecata di sole
che brucia
nel canto infinito
l’effimera vita.
BREVE ESTATE
La breve estate
ardente
divampa intorno,
estrae dalla terra
aromi intensi
che avida aspiro
prima
dell’imminente gelo.
SETTEMBRE
Dolcezza
di sereno settembre
dissolvi in polvere d’oro
i neri pensieri di morte.
2 NOVEMBRE
Pioggia pesante
opaca
trafitta da strida
di passeri fradici
ansiosi di luce.
NOTTE INVERNALE
Nitidi
bagliori di stelle
incrinano
il gelo compatto
della notte invernale.
FARFALLA D’INVERNO
Nel gelo grigio
dell’inverno
irrompe
l’arcobaleno
di una farfalla
inquieta.
Presagio
di primavera?
Nostalgia terrestre
d’anima
migrata altrove?
VITA NUOVA (II)
Nella notte
sospesa
d’ultimo inverno
miriadi
di vivide gemme
rlucono di vita nuova
tra il roviglio oscuro
dei rami
pietrificati
dal gelo.
PETTIROSSO
Il pettirosso gentile
della magnolia vicina
è scomparso
nel gelo dell’inverno.
Non vedo
gli arabeschi leggeri
dei voli tra i rami
non odo
i lieti colloqui
col sole
nel giardino amico.
Come tanti fratelli
hai lasciato
in solitudne
l’ultimo dolore
per altri voli.
ONDA D’AMORE
Dolce
la notte d’estate.
Apro
i cuore inerme
all’onda d’amore
dei tigli.
ATTESA DESERTA
Non mi turbare
il profumo dei tigli
intensa onda di vita
nella mia attesa
deserta.
AMORE PERDUTO
L’aria intorno
è impazzita di tigli;
l’acuto profumo
fruga il rimpianto
d’un amore perduto,
gonfia il cuore stanco
di speranze ignote.
Il forte richiamo
di vita
si dissolve
nellarsura dell’estate.
Racchiudo
il breve profumo
nell’urna segreta
del cuore.
GRIDO DI GABBIANO
Nembi
gravidi di lampi
avvolgono la notte
insonne.
Un grido
di gabbiano
lacera d’angoscia
l’attesa.
GIOVANE GABBIANO
Arpeggio di colori tenui
increspa la distesa
del mare
odoroso
di primavera.
Un giovane gabbiano
si culla
nell’onda
sognando
voli lontani.
VECCHIO GABBIANO
Nel quieto crepuscolo
un vecchio gabbiano
cullato dall’onda amica
ripensa i voli
audaci nell’azzurro,
assapora l’ultimo sale
del mare,
respira stanco
l’ultimo raggio
di sole
prima del congedo.
Forse non sa
che voli più alti
l’attendono.
QUIETE DI GABBIANI
Sotto il violetto del cielo
ride l’azzurro del mare
mosso da un soffio
di piacere.
Sull’onda ritmata
dondolano gabbiani
dimentichi di tempeste.
VENEZIA
Nel dorato tramonto
quieto sciacquio
d’acque muschiate
piange la morte
d’un lungo
sogno di gloria
e di splendore.
Una fragile gondola
danza leggera
l’ultimo minuetto.
RODI
Bastioni di gelsomini
stordiscono la notte tiepida
fiorita d’ibisco purpureo
sotto la volta turchina.
Nel silenzio magico
sulle antiche mura
vagano cavalieri crociati
velati da secoli d’oblio.
ARNO
Respiro ampio
di fiume perenne
tra colli modulati
nel libero cielo
apre squarci
di gioia ignota.
NOTTE SULL’ARNO
sull’Arno quieto
la brezza notturna
increspa
miriadi di luci riflesse
in una parvenza
di danza
simile
al brulichio della vita.
TRAMONTO AUTUNNALE SULL’ACROPOLI
Nel crepuscolo silente
remota dalle luci profane
d’Atene notturna
l’Acrpoli brulica
d’antiche ombre
fugate nel giorno assolato
da torme di barbari curiosi.
L’ultima cicala
moritura
si congeda
roca
dalla terra
sacra di memorie.
SAN BENEDETTO DEL TRONTO
Festoni di Bouganvilles,
ventagli giganti di palme
candelabri solenni d’agavi
tra l’incenso dei pini
ornano di gloria barocca
la distesa primordiale
del mare.
TRAMONTO A PARIGI
Sotto la fuga di ponti
la Senna millenaria
s’incendia
d’oro liquido
che trascolora
nella lunga notte
delirante di luci.
SAHARA
Nella notte
immensa
su deserto assorto
s’accendono
nitide galassie.
Non una voce
turba
l’arcano
respiro
del Cosmo.
AFRICA
Aspirare
l’ombra verde
della foresta
inviolata
sotto il velario
di rami giganti
che schiudono
spiragli
d’infinito
lontano.
Godere
il fluire silente
della linfa
dentro il fogliame
turgido di sole
e nelle mie stanche vene.
Sentir pulsare lento
dal profondo
il cuore vergine
delll’Africa
e risentire
il mio.
Immergermi
nelle acque perenni
del Congo
sino al naufragio
dolce
della ragione
nella vita
arcana
del Cosmo.
AU SOLEIL
Mon amour c’est toi:
j’aime ta chaleur
foudroyante de passion
qui m’etourdit de plasir
sur la sable désert.
J’aime ta lumière tiède
qui me touche très doucement
dans l’après-midi d’or.
Elle me rapelle
que dans l’univers
l’Amour n’est pas mort.
Je suis à toi sans réserve
unique cheleur sans péché
car je ne veux pas alourdie
mon poids de remords.
Dans ma vie épuisé
de tout sentiment
Il n’y a qu’un désir:
mourir doucement
à la fin d’un après-midi
dans ta lumière
d’Amour.
AL SOLE
Tu
sei il mio amore:
ho caro il tuo calore
folgorante di passione
che mi stordisce di piacere
nella sabbia deserta.
Ho cara la tua luce tiepida
che mi accarezza dolcemente
nel meriggio dorato:
mi ricorda
che nell’universo
l’Amore non è morto.
Sono tua senza riserve
unico calore senza peccato
perché non voglio aggravare
il mio peso di rimorsi.
Nella mia vita inaridita
d’ogni sentimento
non ho che un desiderio:
morire dolcemente
alla fine di un meriggio
nella tua luce
d’Amore.
N’OUBLIE’ PAS D’AIMER
dansa la nuit de l’ame
nulle flamme lointaine
ne renouvelle en moi
l’espoir de traverser le marais
vers n’importe quel abri.
Je me laisse abimer en silence
sous les eaux sombres
dans l’indifference
de l’univers muet.
Après les nuages noirs
les étoliles luiront de nouveau
pour qui n’a pas oublié
d’aimer.
NON DIMENTICARE D’AMARE
Nella note dell’anima
nessuna fiamma lontana
rinnova in me la speranza
di attraversare la palude
verso un rifugio qualunque.
Mi lascio inabissare in silenzio
sotto le acque oscure
nellindifferenza
dell’universo muto.
Dopo i nembi neri
le stelle brilleranno di nuovo
per chi non ha dimenticato
damare.
ETERNEL PITIE’
Fraiche poude d’étoiles
la neige
qui tombe
en silence
couvre d’éternelle pitié
les blessures mortelles
des homme.
PIETA’ ETERNA
Fresca polvere di stele
la neve
che cade
in silenzio
copre
di petà eterna
le ferite mortali
degli uomini.
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