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Carla Marescalchi (1926-2021)

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Raffaelli Editore: Dall'io al sé - Trasmutare il piombo in oro - Sguardi - Conforto di Stelle - 

La Poesia e la Pittura di Carla Marescalchi

FRAMMENTI D’ETERNO

Arcana luce dorata

compone volti e luoghi

che vibrano immoti,

frammenti d’eterno

sperduti nell’oggi.

CUORE SPENTO

Un incendio di papaveri

palpita sul prato:

ardono gli occhi

non il cuore spento.

PERGOLATO

Verde luce

pacata

piove dal pergolato

sui volti assorti.

Nel magico silenzio

l’animo attinge

una dimensione ignota.

PRIMAVERA CITTADINA

Tra miasmi

d’asfalto rovente

arde invano

l’incenso

del biancospino fiorito.

PLENILUNIO D’ANGOSCIA

Tra nubi inquiete

basso sull’orizzonte

un plenilunio di sangue

angoscia la terra

avvolta da neri

vapori di colpa.

PLENILUNIO IN CITTA’

La folle prigione tace:

sul sopore

degli uomini stanchi

di lotte assurde e vane

passa lenta la luna

con la sua luce pacata.

CORTILE CITTADINO

Dal pertugio

tra muri addossati

un frammento

inatteso

d’azzurro

rischiara

l’opaca pena

d’ogni giorno.

GARBINO

Vento rovente

di terre lontane

fascia di passione

il cuore

sospeso nel nulla

di rimpianti vani.

Il sangue stanco

s’accende

di vita nuova.

TRAMONTO VIOLA

Traluce inatteso un velario

di magico viola remoto

creato dal tenue tramonto

intinto di nebbie azzurrine:

miraggio d’un mondo ignoto

sorpreso da sguardo profano

prima del quieto naufragio

nell’ombra della notte.

PARCO DI VILLA GHIGI

Nel solitario recesso

l’ombra quieta

riempie

di tenero verde

ilsilenzio.

La luce del sole

velata da nembi di foglie

non turba

l’animo assorto:

è il rifugio sperato.

Avanza cieco

un rombo convulso

di ferraglia;

travolge zolle e radici e ombra;

anche l’ultimo

pardiso

è perduto.

GIARDINO DI CITTA’

Ossessivo rimbombo

di motori impazziti,

sibili sinistri

di sirene

assediano

d’angoscia

il silenzio

ombroso

di cedri, di pini

e di lecci antichi,

rifugio di merli quieti,

di passeri fragili

e di anime

esuli

dalla lotta spietata

d’ogni giorno.

GIARDINO ANTICO

Nel mite

meriggio d’autunno

mi conforta

l’arpeggio modulato

del verde

nel giardino vetusto.

Un antico cedro

assopito

gode

il tepore dorato.

Lucide magnolie

ripensano

l’incenso estivo

dei fiori,

il verde ancora tenero

del glicine

allieta il cupo verde

degli alberi

e l’ombra

dell’edera.

Non un alito turba

l’armonia del silenzio

che protegge

amica

il sereno fluire di linfe

prima del sonno invernale.

DOPO IL TEMPORALE

Sulla lunga pianura

rotolano rapidi

dal sole incandescente

immani vortici

di fiamme di sanguigne

in lotta con nembi turchini

tra bagliori lontani:

Primordiale apocalisse che

scuote ilcuore inerte,

subito spento

dalle tenebre eguali

della notte

immemore.

CHIOCCIOLA

Minuscola vita,

protendi con grazia tenace

le antenne vibranti

al libero cielo.

Gentile

maestra di vita

a me, grossolano mollusco,

assuefatto a strisciare cieco

nel pantano di ogni giorno.

DISSESTO ECOLOGICO

La notte stellata

fascia d’infinito

conforto turchino

l’atomo morente

della Terra.

CEDRO DEL LIBANO

L’antico cedro

stremato dal gelo

cede

ramo dopo ramo

alla morte.

La tarda primavera

conforta

di sole e di voli

l’agonia silenziosa.

VITA NUOVA

Del lungo

travaglio

del passato

non resta

che una stachezza

mortale.

Un palpito

di tenero verde

m’illude

di vita

nuova.

FELICITA’

Felicità

è un attimo

di verde silenzioso

nel giardino antico.

Un pigolio sommesso

di passero assonato

si spegne

nel tiepido fogliame

odoroso di sole.

Lontano è l’inverno.

GELSOMINO D’INVERNO

Dall’alto muro

vicino al cielo

il gelsomino

d’ultimo inverno

piove stille

di giallo acceso

sul cuore stinto.

DISGELO

Pallore rosato

di sassifraga

annuncia

la fine dell’inverno

tra lo stillare sommesso

di nevi pigre

nel primo disgelo.

PRIMO VERDE

Verde tenero

di foglie nuove

fragile e caro

come animo

adolescente.

APRILE

Ondulante arabesco

di tenere foglie

vela di verde nascente

il fresco azzurro

del cielo

di primavera.

ALLA PRIMAVERA (GRIEG)

Candide nevi dell’infanzia

scintillanti al sole

sotto il libero cielo

vi rivedo

stillare trepida gioia

sulla terra ancora sopita

nell’aria vibrante

della melodia trionfale

del primo disgelo.

PRIMAVERA

Freschezza

di verde nuovo

allieta

il verde vissuto

d’abeti e di cedri.

tra il verde più biondo

si svela

all’aria leggera

il tenue viola

del glicine.

Guizzi

di passeri incredutli

gridano

la fine del gelo.

L’ULTIMA PRIMAVERA

Mille

primavere perdute

gravano

sul cuore

stanco.

Saprò vincere l’accidia

di sempre?

L’ultima

primavera

mi attende.

CICALA

Vorrei essere cicala

accecata di sole

che brucia

nel canto infinito

l’effimera vita.

BREVE ESTATE

La breve estate

ardente

divampa intorno,

estrae dalla terra

aromi intensi

che avida aspiro

prima

dell’imminente gelo.

SETTEMBRE

Dolcezza

di sereno settembre

dissolvi in polvere d’oro

i neri pensieri di morte.

2 NOVEMBRE

Pioggia pesante

opaca

trafitta da strida

di passeri fradici

ansiosi di luce.

NOTTE INVERNALE

Nitidi

bagliori di stelle

incrinano

il gelo compatto

della notte invernale.

FARFALLA D’INVERNO

Nel gelo grigio

dell’inverno

irrompe

l’arcobaleno

di una farfalla

inquieta.

Presagio

di primavera?

Nostalgia terrestre

d’anima

migrata altrove?

VITA NUOVA (II)

Nella notte

sospesa

d’ultimo inverno

miriadi

di vivide gemme

rlucono di vita nuova

tra il roviglio oscuro

dei rami

pietrificati

dal gelo.

PETTIROSSO

Il pettirosso gentile

della magnolia vicina

è scomparso

nel gelo dell’inverno.

Non vedo

gli arabeschi leggeri

dei voli tra i rami

non odo

i lieti colloqui

col sole

nel giardino amico.

Come tanti fratelli

hai lasciato

in solitudne

l’ultimo dolore

per altri voli.

ONDA D’AMORE

Dolce

la notte d’estate.

Apro

i cuore inerme

all’onda d’amore

dei tigli.

ATTESA DESERTA

Non mi turbare

il profumo dei tigli

intensa onda di vita

nella mia attesa

deserta.

AMORE PERDUTO

L’aria intorno

è impazzita di tigli;

l’acuto profumo

fruga il rimpianto

d’un amore perduto,

gonfia il cuore stanco

di speranze ignote.

Il forte richiamo

di vita

si dissolve

nellarsura dell’estate.

Racchiudo

il breve profumo

nell’urna segreta

del cuore.

GRIDO DI GABBIANO

Nembi

gravidi di lampi

avvolgono la notte

insonne.

Un grido

di gabbiano

lacera d’angoscia

l’attesa.

GIOVANE GABBIANO

Arpeggio di colori tenui

increspa la distesa

del mare

odoroso

di primavera.

Un giovane gabbiano

si culla

nell’onda

sognando

voli lontani.

VECCHIO GABBIANO

Nel quieto crepuscolo

un vecchio gabbiano

cullato dall’onda amica

ripensa i voli

audaci nell’azzurro,

assapora l’ultimo sale

del mare,

respira stanco

l’ultimo raggio

di sole

prima del congedo.

Forse non sa

che voli più alti

l’attendono.

QUIETE DI GABBIANI

Sotto il violetto del cielo

ride l’azzurro del mare

mosso da un soffio

di piacere.

Sull’onda ritmata

dondolano gabbiani

dimentichi di tempeste.

VENEZIA

Nel dorato tramonto

quieto sciacquio

d’acque muschiate

piange la morte

d’un lungo

sogno di gloria

e di splendore.

Una fragile gondola

danza leggera

l’ultimo minuetto.

RODI

Bastioni di gelsomini

stordiscono la notte tiepida

fiorita d’ibisco purpureo

sotto la volta turchina.

Nel silenzio magico

sulle antiche mura

vagano cavalieri crociati

velati da secoli d’oblio.

ARNO

Respiro ampio

di fiume perenne

tra colli modulati

nel libero cielo

apre squarci

di gioia ignota.

NOTTE SULL’ARNO

sull’Arno quieto

la brezza notturna

increspa

miriadi di luci riflesse

in una parvenza

di danza

simile

al brulichio della vita.

TRAMONTO AUTUNNALE SULL’ACROPOLI

Nel crepuscolo silente

remota dalle luci profane

d’Atene notturna

l’Acrpoli brulica

d’antiche ombre

fugate nel giorno assolato

da torme di barbari curiosi.

L’ultima cicala

moritura

si congeda

roca

dalla terra

sacra di memorie.

SAN BENEDETTO DEL TRONTO

Festoni di Bouganvilles,

ventagli giganti di palme

candelabri solenni d’agavi

tra l’incenso dei pini

ornano di gloria barocca

la distesa primordiale

del mare.

TRAMONTO A PARIGI

Sotto la fuga di ponti

la Senna millenaria

s’incendia

d’oro liquido

che trascolora

nella lunga notte

delirante di luci.

SAHARA

Nella notte

immensa

su deserto assorto

s’accendono

nitide galassie.

Non una voce

turba

l’arcano

respiro

del Cosmo.

AFRICA

Aspirare

l’ombra verde

della foresta

inviolata

sotto il velario

di rami giganti

che schiudono

spiragli

d’infinito

lontano.

Godere

il fluire silente

della linfa

dentro il fogliame

turgido di sole

e nelle mie stanche vene.

Sentir pulsare lento

dal profondo

il cuore vergine

delll’Africa

e risentire

il mio.

Immergermi

nelle acque perenni

del Congo

sino al naufragio

dolce

della ragione

nella vita

arcana

del Cosmo.

AU SOLEIL

Mon amour c’est toi:

j’aime ta chaleur

foudroyante de passion

qui m’etourdit de plasir

sur la sable désert.

J’aime ta lumière tiède

qui me touche très doucement

dans l’après-midi d’or.

Elle me rapelle

que dans l’univers

l’Amour n’est pas mort.

Je suis à toi sans réserve

unique cheleur sans péché

car je ne veux pas alourdie

mon poids de remords.

Dans ma vie épuisé

de tout sentiment

Il n’y a qu’un désir:

mourir doucement

à la fin d’un après-midi

dans ta lumière

d’Amour.

AL SOLE

Tu

sei il mio amore:

ho caro il tuo calore

folgorante di passione

che mi stordisce di piacere

nella sabbia deserta.

Ho cara la tua luce tiepida

che mi accarezza dolcemente

nel meriggio dorato:

mi ricorda

che nell’universo

l’Amore non è morto.

Sono tua senza riserve

unico calore senza peccato

perché non voglio aggravare

il mio peso di rimorsi.

Nella mia vita inaridita

d’ogni sentimento

non ho che un desiderio:

morire dolcemente

alla fine di un meriggio

nella tua luce

d’Amore.

N’OUBLIE’ PAS D’AIMER

dansa la nuit de l’ame

nulle flamme lointaine

ne renouvelle en moi

l’espoir de traverser le marais

vers n’importe quel abri.

Je me laisse abimer en silence

sous les eaux sombres

dans l’indifference

de l’univers muet.

Après les nuages noirs

les étoliles luiront de nouveau

pour qui n’a pas oublié

d’aimer.

NON DIMENTICARE D’AMARE

Nella note dell’anima

nessuna fiamma lontana

rinnova in me la speranza

di attraversare la palude

verso un rifugio qualunque.

Mi lascio inabissare in silenzio

sotto le acque oscure

nellindifferenza

dell’universo muto.

Dopo i nembi neri

le stelle brilleranno di nuovo

per chi non ha dimenticato

damare.

ETERNEL PITIE’

Fraiche poude d’étoiles

la neige

qui tombe

en silence

couvre d’éternelle pitié

les blessures mortelles

des homme.

PIETA’ ETERNA 

Fresca polvere di stele

la neve

che cade

in silenzio

copre

di petà eterna

le ferite mortali

degli uomini.

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